Prima un momento di discussione in aula, nell’ambito dell’insegnamento di educazione civica guidato dal docente Giannermete Romani, con la somministrazione di un questionario; poi la visione collettiva del film C’è ancora domani, di Paola Cortellesi; infine una riflessione e una performance teatrale incentrata sulla cosiddetta vittimizzazione secondaria. Sono le tappe del progetto di sensibilizzazione sulla violenza di genere che ha coinvolto gli studenti dei percorsi di Formazione professionale del Polo formativo Confcommercio Umbria, gestiti da Iter Innovazione Terziario.
I ragazzi hanno vissuto intensamente un percorso che si è concluso oggi nell’aula magna di Iter, a Perugia: il docente di educazione civica Giannermete Romani ha introdotto la giornata con la lettura di testimonianze di ragazze che hanno subito violenza, stimolando il coinvolgimento degli allievi. E’ poi intervenuta Giuliana Astarita, consigliera di Parità della provincia di Perugia, che ha sottolineato come anche tra i giovani siano radicati gli stereotipi di genere, e – citando Elena Cecchettin – ha ricordato come la lotta alla violenza sia una responsabilità collettiva, che coinvolge tutti, anche i più giovani, spesso spettatori o addirittura vittime entro le mura domestiche di episodi che stentano ad essere denunciati. A questo proposito ha anche ricordato che in Umbria operano 11 centri antiviolenza, alcuni sono anche strutture residenziali in grado di ospitare le vittime di abusi.
La mattina si è conclusa con la rappresentazione di SECONDO ATTO, spettacolo teatrale interattivo ideato e realizzato dall’associazione M.A.S.C.– Movimento Artistico Socio Culturale APS, nell’ambito del progetto europeo Never Again contro la vittimizzazione secondaria.
La performance ha dato voce e corpo ad alcuni esempi di vittimizzazione secondaria: quella subita dalle donne che, dopo aver denunciato, una violenza vengono additate e colpevolizzate perché “se la sono andata a cercare”, “hanno denunciato tardi”, “indossavano la minigonna”, “non hanno fatto abbastanza resistenza”, etc.
Di questa violenza, non meno devastante di quella originaria, sono strumenti, più o meno consapevoli, la pubblica opinione, ma anche i magistrati o le forze dell’ordine, i social piuttosto che talvolta gli organi di informazione.
Al termine della rappresentazione hanno portato il proprio contributo l’avvocata Francesca Brutti, del Comitato Pari Opportunità dell’Ordine degli Avvocati di Perugia, che ha raccontato la sua esperienza professionale nell’assistere continuamente al trauma delle vittime di violenza quando sono chiamate a rivivere la loro tragedia nelle aule di un tribunale, e Patrizia Arbato, direttore Ufficio Servizi Sociali per Minorenni, che ha sollecitato i giovani a non sentirsi soli e ad affidarsi con fiducia alle strutture che li possono assistere nel loro percorso di affrancamento da ogni forma di abuso.
“Con questa esperienza – sottolinea Marilena Liccardo, responsabile dell’Area Obbligo di Istruzione di Innovazione Terziario – il polo formativo Confcommercio ha voluto contribuire a creare consapevolezza e strumenti di difesa tra i propri studenti, poiché molti giovani oggi sono alle prese direttamente o sono spettatori di forme di violenza, fisica e verbale.
La scelta della performance teatrale è stata dettata dalla sua capacità di toccare più efficacemente la sensibilità dei giovani, motivandoli a denunciare e reagire a qualunque forma di sopruso e abuso. Perché la denuncia, come è stato ribadito da tutti, il non arrendersi, è comunque l’unica strada da percorrere. E noi vogliamo far capire ai nostri allievi che la scuola è il primo luogo in cui possono essere ascoltati ed aiutati. La loro crescita professionale passa prima di tutto dalla loro crescita personale e dalla loro educazione sociale, e su questa via intendiamo fare sempre di più, anche per recuperare situazioni di disagio che altrimenti non avrebbero speranza di affrancamento”.